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domenica 1 ottobre 2023

Belve feroci: la prefazione di Andrea Gibertoni

Mi accorgo oggi di non aver ancora presentato qui sul mio blog "Belve feroci".

Belve feroci è il mio storico-weird ambientato nel ventesimo secolo, tra il 1918 e gli anni '70, con particolare riguardo al periodo della Seconda Guerra Mondiale.

È stato finalista alla ottava edizione del Premio Hypnos, indetto da Edizioni Hypnos, casa editrice specializzata in letteratura weird.

Correva il 2020-2021. A quel tempo il bando del premio prevedeva un riconoscimento sicuro solo per il vincitore: il primo classificato sarebbe stato pubblicato sulla rivista Hypnos Magazine della casa editrice. Fine. 

I finalisti comparivano poi nelle raccolte Strane visioni n.1 e Strane Visioni n.2, antologie cartacee che includevano una selezione dei migliori racconti delle annate precedenti del premio, ma che uscivano anni dopo. 

PREMIO HYPNOS 2021

Da molti anni sentivo parlare bene del Premio Hypnos, soprattutto da parte di colleghi detrattori: sapete, i soliti che pensano di essere i futuri premi Nobel per la letteratura. Sputavano su altri premi nei quali io ero arrivata in finale o avevo addirittura vinto la pubblicazione (mentre loro erano al più stati segnalati), ma riguardo a questo premio si spendevano in tante belle parole...

Progettavo, dunque, di partecipare, prima o poi, anche se non mi decidevo mai.

Ben prima della pandemia avevo scritto uno storico-weird, Belve feroci, per un progetto antologico con altro editore, che però si era arenato. Mi sembrava la storia migliore che avessi mai scritto e mi dispiaceva tenerla nel cassetto. 

Non ci sono molte occasioni di pubblicazioni per il weird in Italia: la Hypnos è praticamente l'unica casa editrice seria a occuparsi di questo genere. Così, chiesta per correttezza l'autorizzazione al curatore dell'antologia mai andata in porto, preparai l'email per l'iscrizione, allegai il file doc e cliccai su "Invio"

Mesi dopo verificai i risultati.

La ottava edizione del Premio Hypnos, nota come Premio Hypnos 2021, è passata alla storia della CE come l'edizione con un afflusso record di partecipanti: a causa della pandemia e dei lockdown, un numero notevole di autori e autrici si erano accorti del premio e avevano inviato qualcosa.

Come i giurati hanno rivelato all'annuncio dei finalisti, mesi dopo, la qualità dei testi era più alta rispetto alle scorse edizioni, pertanto hanno dovuto operare una scrematura molto più severa. Il che ha reso ancora più esigue le mie speranze di andare in finale. 

Invece no.

Belve feroci è stato annunciato tra gli 8 finalisti

Nell'elenco alla pagina linkata trovate Belve feroci attribuito a una certa "Eden Keeler": è lo pseudonimo con cui ho partecipato al premio. Il mio nome vero, come da regolamento, lo avevo indicato solo alla redazione, ma non ai giurati.

Sempre all'annuncio dei finalisti, l'editore ha svelato una sorpresa: data l'altissima qualità dei testi pervenuti, aveva creato una collana apposita di ebook, Strane Visioni Digital, nella quale pubblicare il vincitore, i finalisti e altri racconti tra i migliori valutati. Se le vendite fossero andate bene, la collana sarebbe proseguita con il vincitore, i finalisti e i migliori racconti delle future edizioni del premio.

Nonostante non abbia vinto il titolo (andato al racconto di altra autrice), Belve feroci ha avuto la sua bella pubblicazione nella collana ebook come racconto singolo e poi in cartaceo all'interno della successiva antologia Strane Visioni N.3.

Non male, vero? Ma basta con gli sbrodolamenti di orgoglio, faccio parlare chi è più obiettivo di me.

Ecco la prefazione a Belve feroci, a firma di Andrea Gibertoni, curatore della collana e membro della giuria del premio Hypnos. 


BELVE FEROCI - PREFAZIONE DI ANDREA GIBERTONI

"Negli ultimi anni ho avuto il grande privilegio di confrontarmi con autori, appassionati e addetti ai lavori dell'ambiente del fantastico italiano. Scambi di idee che mi hanno notevolmente arricchito e grazie ai quali ho imparato molto, non solo a livello tecnico ma anche e soprattutto dal punto di vista umano.

Una delle questioni più spinose che viene tuttora dibattuta - seppur con meno veemenza rispetto a qualche tempo fa - resta, nemmeno a dirlo, quella dei "generi".

Argomento che mi lascia da sempre piuttosto freddo e del quale, sinceramente, faccio fatica a comprenderne una reale utilità, salvo in rarissimi casi. 

Per fortuna, e ci mancherebbe altro, non sono affatto l'unico a pensarla così e un'ulteriore riprova l'ho avuta leggendo Belve feroci di Valeria Barbera.

Autrice dal corposo curriculum che non ha certo bisogno di presentazioni da parte del sottoscritto, Valeria ci rende partecipi di una storia che ricorre a visioni potenti, disturbanti (ma anche toccanti) senza tuttavia fare ricorso a un uso massiccio del sovrannaturale.

Potremmo anche sforzarci di definire Belve feroci come una ghost story in cui l'elemento fantastico è appena accennato, sopraffatto da una sequela di immagini tremende - ai confini dell'horror - ma che purtroppo, non possono assolutamente essere etichettate come tali dal momento che appartengono a uno dei periodi più bui e tragici della storia dell'uomo: l'Olocausto.

Torniamo perciò al famoso adagio secondo cui "la realtà supera la fantasia"? In questo caso penso che si possa proprio affermare che la frase, seppur un po' "sempliciotta", funzioni in toto. Ogni volta infatti che mi capita di leggere documenti relativi ai campi di sterminio nazisti (ma anche in altri contesti simili, come le dittature militari in America Latina) arrivo sempre a pensare - inorridito - al livello di truculenza, di sadismo e orrore a cui è stato capace di arrivare con l'essere umano. In conseguenza di tutto ciò, viene veramente voglia di rifugiarsi nel rassicurante mondo della fantasia e dell'immaginazione.

La bravura e il grande merito di Valeria perciò risiede proprio nell'avere capito, a mio parere, che con una storia già così potente e carica dal punto di vista dell'impatto emozionale, non serve aggiungere granché a livello di elementi "di disturbo" fantastici: less is more, come si dice in questi casi.

Preparatevi perciò a un racconto doloroso, dalla grande carica emotiva e scritto utilizzando in modo sapiente ed empatico la sublime arte della metafora; anche Belve feroci rappresenta infatti una tonalità di colore assai particolare e ricercata, ma che merita appieno di occupare un posto nella variopinta tavolozza del weird di casa nostra."


Ringrazio Andrea per le sue parole :)

Di seguito, invece, trovate la quarta di copertina di Belve feroci.


BELVE FEROCI - QUARTA DI COPERTINA CON ESTRATTO

La magia del circo.

Quante volte ne abbiamo sentito parlare?

Uomini e animali esotici che si esibiscono in strabilianti numeri di abilità, meraviglia e divertimento.

Ma cosa succede se la storia imbocca una via tragica e la follia umana prende il sopravvento? Ecco allora che il mondo sprofonda nell'orrore e anche i numeri circensi possono trasformarsi in uno spettacolo di morte e sofferenza ad esclusivo beneficio delle vere “Belve feroci”.

"Addestravo il cane dei nonni, gli allacciavo una criniera di paglia e mi esibivo con lui davanti ai figli dei vicini.

Per eguagliare mio padre. Per convincerlo a tornare.

Ero approdato al circo, quello vero, soltanto a quindici anni, ma a sedici ero già apprendista domatore e contavo i giorni che mi separavano dal momento in cui sarei entrato nella gabbia per danzare con le mie nuove amiche.

Dopo l’incidente, tutte loro popolavano i miei incubi."


Se leggerete Belve feroci, per favore, ditemi il vostro parere, grazie :)

ALCUNI STORE DOVE TROVARE BELVE FEROCI

Pagina dedicata sul sito dell'editore

Link Amazon


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